Premio giornalistico “Maurizio Rampino”, a Trepuzzi il giornalista antimafia Borrometi

Domani, venerdì 5 luglio 2019, alle ore 20, in Piazzetta Chiesa dell'Assunta Corso Umberto a Trepuzzi, si terrà la tredicesima edizione della manifestazione che ricorda la figura del giornalista prematuramente scomparso il 14 giugno 2006, Maurizio Rampino.

Quest'anno la manifestazione è dedicata al tema Sangue, paura e silenzi. l'inarrestabile avanzata delle mafie dai campi alla finanza".

Dopo Antonio Padellaro, Luca Telese, Riccardo Iacona, Corrado Formigli, Sandro Ruotolo, Massimo Giannini, Piero Ricci e Marco Damilano, il premio "alla carriera" sarà consegnato al giornalista siciliano Paolo Borrometi, presidente dell’associazione Articolo 21, collaboratore di numerose testate e direttore del sito d’inchiesta Laspia.it, da anni sotto scorta per essere finito nel mirino dei boss, che, dopo aver ritirato il premio speciale di Coldiretti Lecce, dialogherà con Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, su lavoro e legalità, un connubio inscindibile perché parlare di legalità significa parlare di diritti e di futuro. Anche e soprattutto nel lavoro dove senza legalità non ci sono contratti, retribuzioni dignitose, tutele. E senza legalità c'è concorrenza sleale nei confronti delle imprese oneste.

Nel corso della cerimonia saranno svelati anche i vincitori della tredicesima edizione del Premio. Quest'anno circa 30 giornalisti di testate nazionali e regionali (La7, Corriere della Sera, Nuovo Quotidiano di Puglia, Tg1, Linkiesta, Articolo21, FanPage, Batmagazine, Il Fatto Quotidiano, Il Mattino, La Repubblica, L’Espresso, Nuovo Quotidiano di Puglia, Terre di frontiera, Ricicla.tv e altre) hanno partecipato con articoli, servizi e reportage (editi e inediti) sul tema scelto.
Organizzato e promosso dal Comune di Trepuzzi e dall’Associazione “Amici di Maurizio” in collaborazione con La Gazzetta del Mezzogiorno e con il patrocinio e il sostegno di Regione PugliaOrdine Nazionale dei GiornalistiOrdine dei Giornalisti di PugliaColdiretti LecceGAL Valle Della Cupa e Unione dei Comuni del Nord Salento, il Premio ricorda la figura di Maurizio Rampino, giornalista prematuramente scomparso ricordato e stimato soprattutto per la sua indipendenza di giudizio, il coraggio di saper andare controcorrente e anticipare i tempi, e il saper osservare quello che accadeva riportandolo con puntualità e obiettività. Durante la serata interverranno Giuseppe Taurino, Sindaco di Trepuzzi, i rappresentanti dell'Associazione “Amici di Maurizio” e i colleghi e le colleghe della Gazzetta del Mezzogiorno, Serena Fasiello (vice presidente dell'Ordine dei giornalisti della Puglia), Gianni Cantele e Francesco Manzari (presidente e direttore di Coldiretti Lecce), oltre che la famiglia di Rampino

Paolo Borrometi sarà insignito di un paniere di prodotti di Campagna Amica, fondazione promossa da Coldiretti per tutelare ambiente, territorio, tradizioni e cultura, salute, sicurezza alimentare, equità, accesso al cibo a un giusto prezzo, aggregazione sociale e lavoro, e di una serigrafia realizzata per l'occasione.

 

In merito alla figura di Borrometi, il giornalista è nato a Ragusa nel 1983, si è laureato in Giurisprudenza e ha iniziato a lavorare al «Giornale di Sicilia», fondando il sito di informazione e inchiesta «La Spia». Oggi è un giornalista di Tv2000, collabora con l’agenzia AGI e con varie altre testate giornalistiche. Per il suo impegno di denuncia, ha ricevuto l’onorificenza motu proprio dal presidente della Repubblica. È presidente di «Articolo 21», collabora con Libera, la Fondazione Caponnetto e con la Cgil. Recentemente ha pubblicato "Un morto ogni tanto. La mia battaglia contro la mafia invisibile" (Solferino). «Ogni tanto un murticeddu, vedi che serve! Per dare una calmata a tutti!». Nelle intercettazioni l’ordine è chiaro: Cosa Nostra chiede di uccidere il giornalista che indaga sui suoi affari. Ma questo non ferma Paolo Borrometi, che sul suo sito indipendente La Spia.it denuncia ormai da anni gli intrecci tra mafia e politica e gli affari sporchi che fioriscono all’ombra di quelli legali. Perché il potere della mafia, come diceva Paolo Borsellino, “è anche un fenomeno sociale, fatto di atteggiamenti e mentalità passive contro cui l’unico antidoto è l’esempio della resistenza e della lotta”.

Ilaria Bracciale

Redattrice

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(Henri Bergson)

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