Squinzano, briciole di storia. Il gemellaggio con Bari suggellato con la “sacra manna” di san Nicola

di Roberto Schipa 14 Agosto 2021

Il 23 novembre del 2013 gli “squinzanesi” Don Nicola Macculi (Parroco di San Nicola), Roberto Schipa (presidente del Circolo Pro Feste San Nicola con il vicepresidente Francesca Palma ed il Procuratore Michele Modesto)

ed il vicesindaco Andrea Pulli – in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale -ufficializzarono a Bari uno storico gemellaggio con la Pontificia Basilica di San Nicola. Per i “baresi” erano presenti Padre Lorenzo Lorusso Priore della Basilica, Padre Gerardo Cioffari uno dei massimi storici nicolaiani a livello mondiale e Vito Lisco presidente dell’Associazione “I Figuranti di San Nicola”. Lo scopo era, così come tenne a precisare padre Lorusso quello di “prendere l’impegno, nel nome di San Nicola a continuare insieme l’opera di cammino che il Santo di Myra ci ha insegnato nel segno dell’ecumenismo”. Nella circostanza furono programmate tutte le iniziative utili per mettere in atto “l’accordo” che presero il via nella stessa giornata e grazie alle quali a Squinzano, 12 giorni dopo (5 dicembre 2013), 250 figuranti baresi misero in scena, per la prima volta fuori dalle mura baresi, la “storica rievocazione della Traslazione delle Ossa di San Nicola, avvenuta l’8 maggio del 1087. Il Primo Corteo Storico di San Nicola sfilò così tra le vie di Squinzano tra la meraviglia e l’emozione degli squinzanesi poco abituati a vedere tanti figuranti in abiti d’epoca, sfilare al seguito della caravella; marinai con fiaccole accese, mangiafuoco, marinai, popolani, soldati normanni e nobili festeggiavano l’arrivo delle ossa del Santo divenuto simbolo di unione e carità tra i popoli e che da secoli “protegge” la nostra comunità.
Durante la giornata a suggello dell’accordo Padre Lorusso consegnò agli squinzanesi un’ampolla in vetro decorata, opera degli artisti di Bari Vecchia, munita del sigillo della Basilica, corredata da un Attestato di Autenticità, contenente la “Sacra Manna Pura” prelevata dalla tomba del santo ove riposano le ossa del santo taumaturgo Nicola Vescovo di Myra.
La manna di S. Nicola è l’acqua che si forma nella tomba del Santo e che si formava già nella Basilica di Myra. Nelle due relazioni dell’epoca (Niceforo e Giovanni Arcidiacono) è detto che le reliquie galleggiavano in un sacro liquido allorché i baresi se ne impadronirono nel 1087. Si tratta di un’acqua (analizzata nel 1925 dal Laboratorio di chimica dell’Università di Bari) di particolare purezza, la cui origine viene diversamente spiegata. Per alcuni si tratta di un vero e proprio miracolo e, come in alcune liturgie viene sottolineato, sgorgherebbe dalle ossa del Santo. Altre liturgie dicono dai marmi della tomba. L’argomento addotto, a parte la tradizione mirese, è la constatazione che le ossa restano assolutamente chiuse durante l’anno, e che il foro viene aperto soltanto la sera del 9 maggio alla presenza di una grande folla.
La manna prelevata ogni anno dalla tomba del santo viene diluita e fatta arrivare in tutte le innumerevoli chiese sparse nel mondo e dedicate al vescovo di Myra, San Nicola, il santo più popolare della cristianità.
Anche a Squinzano, il sei dicembre, dopo la solenne Celebrazione Eucaristica in onore del Santo, i fedeli vengono unti dai sacerdoti, con la “sacra manna” fatta arrivare in Chiesa Madre qualche giorno prima della ricorrenza del Patrono.
Fin dall’antichità gli uomini, soprattutto quelli più semplici, hanno avvertito l’esigenza di toccare o di vedere il sacro. Spesso non basta il contatto diretto con Dio o contemplare il creato per risalire a Lui. Sono in molti, forse la maggioranza, quelli che vogliono “il miracolo” o almeno un segno, un qualcosa che li ponga in contatto col sacro e li faccia sentire più protetti.

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