I nipoti ricordano Uccio Bracciale, l'ultimo trainiere: lascia una grande eredità culturale ed un vuoto incolmabile

"Sono il patrimonio più importante per ogni generazione, quello da amare e tutelare più degli altri. Sono il nostro punto di partenza senza avere mai una fine, sono l'Amore senza riserve, puro, innato, incondizionato.

Hanno un ruolo insostituibile e prezioso e quando vanno via ci lasciano monchi, ricchi sì, ma spezzati dentro". Avevamo parlato così dei nonni, in occasione della giornata a loro dedicata, il 2 ottobre scorso, ed è la descrizione perfetta di quello che nonno Uccio Bracciale ha rappresentato per i suoi nipoti, Luca, Annarita e Rodrigo, che solo due giorni dopo, il 4 ottobre, hanno perso l'uomo più importante della vita, un concentrato di saggezza, buoni valori, amore ed insegnamenti che nessuno dei tre potrà mai dimenticare. Una perdita non solo per i nipoti e per la famiglia del 94enne, ma per l'intera comunità di Squinzano che da sempre ha stimato e seguito "lu trainieri" per eccellenza, nato a Squinzano nell'ottobre del '29 e che sin da piccolo ha lavorato in campagna e poi in tante aziende agricole, innamorandosi perdutamente dei cavalli; un amore che, come solo gli uomini d'altri tempi sanno fare, non ha mai tradito e che ha portato avanti per una vita intera.

Tanto si è speso Rosario Bracciale, per tutti Uccio, per la comunità di Squinzano, dove ha lavorato a lungo come carrettiere a giornata con diversi cavalli delle aziende dei Resta, i Longo, i Malatesta, i Mazzotta e tanti altri, maneggiando il cavallo tra i filari con un'abilità strepitosa, svolgendo varie mansioni come trasportatore di uva, fascine, "strome" e "sarmente", e come conduttore di cavalli da lavoro per arare, rifilando i filari arati con un'abilità magistrale e un tocco d'arte tipico dei nostri nonni e degli uomini di un tempo che nel proprio lavoro ci mettevano passione, anima, senso del dovere, orgoglio e sentimento. Valori che Uccio, nonostante la sua piccola statura, aveva concentrato nella sua personalità, trasmettendoli ai nipoti e a quanti lo hanno conosciuto, lasciando un'eredità culturale di tutto rispetto alle vecchie e nuove generazioni.
Uccio era sposato con Nunziatina da 70 anni, rispettandola ed accudendola anche nel periodo della sua malattia, e con la quale aveva due figli, Totino ed Enzo. Un "trainieri" un pò solitario, lo descrive la nipote Annarita che con lui trascorreva ogni momento della giornata, sempre disposto ad uscire insieme per andare al bar, a Casalabate o in campagna a raccogliere i frutti e le verdure di stagione. Chiedeva soltanto di non essere lasciato solo, Uccio, e questo desiderio lo ha avverato senza ombra di dubbio, circondato quotidianamente dai nipoti ai quali, come ci raccontano, ha insegnato "i valori della famiglia, l'educazione, il rispetto, la protezione nei confronti delle donne, il duro lavoro, la rigidità quando opportuno, la gioia ed il piacere dell'unione tra le persone e la gentilezza".
Uccio, con il suo fazzoletto rosso legato al collo, segno di identificazione e di appartenenza alla categoria, era l'ultimo dei trainieri tanto da ricevere, il 2 giugno 2022, una targhetta donata dal Centro Ippico "La Nunziatella", al Trainiere più anziano, durante una sfilata alla presenza del trainiere più giovane, di Galatina, in un connubio e un incontro generazionale che scrive la storia.
Fortemente geloso del suo traino e del cavallo di sua proprietà, Rosario Bracciale ha vissuto una vita semplice e genuina, "amico di tutti e troppo buono", ci dicono ancora i suoi nipoti che ricordano alcuni momenti indimenticabili vissuti insieme, con la voce rotta e la disperazione di chi prende consapevolezza che nuovi momenti non ce ne saranno più, in questo primo mese di assenza fisica del grande uomo e lavoratore che ha saputo anche far divertire approdando anni fa sugli schermi di Canale 5 nel noto programma "Paperissima", dopo essere rimasto letteralmente senza pantaloni al centro della villa comunale nel bel mezzo di un matrimonio e durante un "enfatico" lancio dei confetti.
Doveroso, quindi, un ultimo saluto degno di un uomo buono che ha contribuito alla storia del suo paese natale, prendendo anche parte a tante processioni e feste patronali, accompagnato nel giorno del suo funerale dal carro, la banda e il cavallo dell'amico Fernando Spoti, in segno di riconoscenza, affetto e gratitudine per l'eredità culturale che ha lasciato e per i valori di uomo buono e giusto che lo hanno contraddistinto fino all'ultimo giorno della sua vita.

Ilaria Bracciale

Redattrice

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(Henri Bergson)

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