Condannata per non aver riscosso crediti della piscina di Trepuzzi per 130.000 euro: consigliera comunale di Squinzano rischia la sospensione

a cura della 19 Novembre 2023

Presunto crack della piscina comunale di Trepuzzi: è stata ridotta in appello, a due anni e venti giorni di reclusione (anche perché per alcuni capi di imputazione non si è proceduto per intervenuta prescrizione),

oltre al pagamento delle spese processuali, la condanna per Viviana Tafuro, ex presidentessa, dal 19 aprile del 2001 al gennaio del 2018, data del fallimento della società, della Swimming Pool di Trepuzzi.

La consigliera comunale di Squinzano, eletta lo scorso 16 maggio, ora rischia la sospensione dall’incarico amministrativo, in applicazione delle Legge Severino. La Corte d’Appello di Lecce infatti, che ha giudicato la Tafuro, dovrebbe trasmettere, per la relativa istruttoria della vicenda, alla Prefettura di Lecce, la posizione della consigliera in base alla Legge Severino che disciplina candidature e presenze negli Enti Locali, poiché trattasi di consigliera comunale alla quale è stata applicata, nel secondo grado di giudizio, una pena superiore ai due anni.

Secondo l’accusa la Tafuro, in qualità di presidente della società di gestione della piscina, non avrebbe riscosso crediti per quasi 130.000 euro gran parte dei quali erano riferiti a ad una società che era da lei stessa rappresentata.

Questo, secondo le indagini condotte dal sostituto procuratore Massimiliano Carducci. Per le altre anomalie addebitatele, riscontrate durante i controlli effettuati dal curatore fallimentare, nominato dal Tribunale, riferite al mancato deposito dei bilanci e delle scritture contabili e fiscali, nonchè dell’elenco dei creditori, non si è proceduto perché nel frattempo i relativi reati si sono prescritti.

Redazione

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