A tu per tu con Matteo Luperto, fondatore di 'Eleuterìa': “Informazione è Liberta”

di Thomas Invidia 02 Febbraio 2020

Abbiamo intervistato Matteo Luperto, classe 2001, studente leccese e autore e fondatore del blog Eleuterìa, che si occupa di informazione, politica, cultura e attualità.

Le Primarie, nascita, ascesa e caduta dei governi, le sorti dell'Unione Europea e del nodo Brexit, la spregiudicatezza americana nei confronti del nemico cinese e tanto altro ancora negli articoli e nei commenti di Matteo Luperto e Matteo Maci, autori di Eleuterìa e studenti del Liceo Classico e Musicale "Palmieri" di Lecce. È tangibile l'impegno civile e sociale di questi ragazzi, è sentito autenticamente come un dovere ed un fatto necessario. Luperto ci spiega che: "L'informazione di Eleuterìa è imparziale, i commenti sono necessariamente parziali". Eleuterìa ha le carte in regola per essere un presidio di libertà e partecipazione alla piazza mediatica e virtuale dell'informazione?

Com'è nata Eleuterìa, una fonte di informazione indipendente? “Eleuterìa è nata da un'idea mia e di Matteo Maci, un amico straordinario. È nata dalla passione per la politica, per l'attualità, per il nostro vivere quotidiano. È nata, onestamente, leggendo alcuni giornali mentre ero in un noto bar di Lecce. Il primo argomento che trattammo lo ricordo ancora con piacere: furono le Primarie del PD del 2017. Cominciammo a comprare sempre più giornali e a leggere sempre di più, ci venne la voglia di esprimere realmente il nostro pensiero e di non essere soltanto degli spettatori passivi. Matteo è stato entusiasta di accettare questa sfida, mi venne in mente di chiedergli di andare avanti insieme”.

La tua formazione scolastica ha influito sul tuo percorso? Bella domanda. Sicuramente la formazione influisce nel percorso di crescita culturale. I miei compagni e non solo, tutti coloro che seguono il blog ci sostengono con affetto ed è stato bello sentire il calore di chi ha apprezzato questa esperienza. È importante per un produttore di contenuti essere riconosciuti per l'impegno”.

Avete mai pensato di cimentarvi nella pubblicazione cartacea di Eleuterìa? “Sì, ci abbiamo pensato. È la nostra utopia, avevamo pensato di far evolvere il nostro blog in rivista. Tuttavia è ancora una passione, l'utile economico non è il nostro primo pensiero e avremo tempo per affrontare anche queste dinamiche. Credo che fra cinquant'anni la carta stampata sparirà, almeno per i giornali”.

Siete mai stati avvicinati da qualcuno che avesse interesse a imbrigliare la vostra attività? “No, il nostro blog è sempre rimasto imparziale, almeno per l'informazione. Gli articoli di commento, a firma di Matteo Luperto o Matteo Maci, inevitabilmente sono impregnati delle nostre idee e del nostro pensiero, della nostra anima, ma mai sono stati influenzati da forze esterne coattivamente. Analisi e commenti politici sono schierati a livello politico, ma mai 'partitico'. Non siamo mai stati megafoni. A chi va di sentire cose vuote? Ognuno vuole sentire la verità delle idee, pur nel rispetto dell'imparzialità delle informazioni e della parzialità dei commenti, senza edulcorare i fatti. Prima dare le informazioni, successivamente esprimere le proprie idee”.

Eleuterìa non ha ancora espresso una posizione in merito allo scontro Usa-Iran, che sta animando i dibattiti nei salotti televisivi di tutto il Mondo da inizio Gennaio. C'è il rischio di un conflitto armato? “È una questione di Politica Estera molto complessa, sinceramente non me la sento di vedere ideologicamente l'assassinio di Soleimani (il generale Qassem Soleimani, ex comandante delle Forze Qods dei Guardiani della Rivoluzione, ndr). Repubblica in un editoriale ha parlato di 'Fantasma di Sarajevo', personalmente non sono così allarmista. È un atto che può risultare dannoso sul piano internazionale, ma per il momento non possiamo esprimerci con certezza”.

La guerra dei dazi Usa-Cina, dopo l'accordo di Fase 1 tra i due Paesi, rischia di coinvolgere anche l'Unione Europea, dunque l'Italia. Il Vecchio Continente rischia uno "stritolamento tariffario" da parte delle due Superpotenze? “Il protezionismo, storicamente, è sempre stato una precondizione per scenari bellici o conflitti diplomatici. Tutti speriamo in una politica commerciale meno aggressiva tra Cina e Stati Uniti, sono anni che ne parliamo. Se c'è uno sforzo diplomatico da parte delle forze, i mercati potrebbero trarne giovamento. Non vedo una soluzione a breve termine, spero che la Comunità Internazionale faccia pressione per un miglioramento della situazione. Non abbiamo bisogno di un'altra Guerra Fredda. La libertà e la pace sono come il respiro, ci accorgiamo della loro importanza soltanto quando non ce le abbiamo”.

Capitolo Brexit: il Regno Unito fa bene ad uscire dall'Unione Europea? (recentemente il Parlamento Britannico ha approvato l'uscita dall'UE, anche Commissione e Consiglio UE si sono espresse a favore, manca solo il parere della Plenaria di Strasburgo, ndr). “Nel rispetto delle norme e dei trattati, il Regno Unito uscirà dall'UE. In generale, io ho sempre detto e scritto, portando dei dati, credo che il Regno Unito sbagli ad uscire dall'Unione Europea. Le previsioni sul PIL non sono rosee, ne ho parlato anche in un video presente sul nostro canale YouTube e Instagram TV. A proposito delle due scuole di pensiero, la Soft Brexit e la Hard Brexit, portavo dei dati che dimostravano le gravi ripercussioni a livello economico. Io mi ritengo europeista, il Regno Unito penso che stia sbagliando. Infine, credo che sia ridicolo chi spera o vuole un secondo referendum, i cittadini si sono espressi e non si può votare finché il risultato non ci piaccia. A noi interessa molto, la comunità italiana nel Regno Unito è cospicua. Vedremo negli anni a venire, il Regno Unito commette un grave errore”.

L'UE, così com'è strutturata, durerà? “Bella domanda, ma penso di sì. Non so dirti per quanto. È cruciale capire che l'Europa va cambiata, ma dall'interno. Votare è necessario, a prescindere dal partito scelto. È giusto credere nell'Europa della Cooperazione, della Fratellanza. Negli anni è divenuta troppo tecnocratica, ma la totale dissoluzione dell'Europa è il frutto di una retorica che vede l'Unione come aguzzina. Io non sono d'accordo. l'Europa, secondo me, ci ha salvato dalla crisi del 2008. È un meccanismo che va oleato, ma non va rottamato. Non dobbiamo tornare all'Europa delle Nazioni, l'Europa delle frontiere, l'Europa delle 'Democrature', come mi piace definirle, cioè Paesi come Polonia o Ungheria. Il progetto dei De Gasperi, degli Schumann, degli Spinelli, va rilanciato”.

Parliamo di Eleuterìa. Come si vede tra dieci anni? “Io e Matteo siamo alla fine del percorso scolastico, vogliamo aumentare la mole di articoli. Continueremo a studiare in città differenti probabilmente, ma la sfida rimarrà. La prendiamo come una prova della nostra tenacia. Una sfida per Eleuterìa che ne ha combattute e vinte tante”.

Se vuoi, puoi fare dei saluti. “Certo, vorrei salutare e ringraziare la mia famiglia, Matteo Maci, la mia ragazza Irene, i miei amici e i nostri lettori. Quello che ci ripaga è la stima e l'entusiasmo con cui ci scrivono e commentano le nostre notizie, complimentandosi o contestando. È sempre premiante”.

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