In Santa Croce a Lecce tornerà a breve a splendere uno dei gioielli più luminosi della città barocca

di Roberto Schipa 13 Dicembre 2022

Ormai è conto alla rovescia. Insieme alla città sono in trepidante attesa gli appassionati d’arte e i cultori del barocco leccese sparsi nel mondo.

A fine febbraio tornerà a illuminare cuori, occhi e mente l’altare di San Francesco da Paola. Uno dei gioielli più interessanti dell’immenso patrimonio artistico leccese.
Continuano infatti spediti, nella Basilica di Santa Croce a Lecce, i lavori del restauro conservativo dell’Altare dedicato al Santo Eremita fondatore dell’Ordine dei Minimi. Uno dei più importanti capolavori del barocco leccese, opera dell’architetto Francesco Antonio Zimbalo (Lecce, 1567 – Lecce, 1631) formatosi presso la “scuola” di quel gigante dell’arte sacra cinquecentesca leccese che fu Gabriele Riccardi. Lo Zimbalo fu anche autore del disegno e della successiva realizzazione dei tre portali della facciata della stessa basilica, oltreché di molte delle più prestigiose imprese architettoniche della città di Lecce. Nato nel capoluogo salentino, in un periodo di fervida produzione artistica è considerato il primo grande scultore leccese del Seicento. Fu lui a lanciare gli stili e le decorazioni che diedero compimento al barocco leccese.
L’Altare di San Francesco da Paola fu realizzato tra il 1614 e il 1615 per volere di Giovanni Cicala, Barone di Sternatia, il cui stemma è presente più volte nell’altare e che in quel periodo risiedeva proprio di fronte a Santa Croce, presso Palazzo Adorno.
E’ posto sulla parete destra del transetto sinistro e si presenta con una struttura ad imbuto con due ali laterali. Nel 1634 Giulio Cesare Infantino in “Lecce Sacra”, libro riproposto recentemente con una nuova e pregevole edizione dallo storico Mario Cazzato, così descriveva l’altare: “… una sua divota e bella statua di pietra e dentro la medesima cappella a torno torno è scolpita di mezzo rilievo tutta la vita del detto santo e miracoli … “. Nel 1833 la statua menzionata dal colto sacerdote fu allocata in un altro palazzo e l’altare ospitò una nuova tela del pittore Alessandro Calabrese, riproducente il Santo, tuttora presente. L’altare è sormontato al centro dall’emblema mistico costituito dal motto Charitas nel disco fiammante; ai lati due statue di coppie di angeli con al centro l’iscrizione CORONA IUSTITIAE FLORENTI SICUT LILIUM. E’ però ai lati della tela centrale che le virtù artistiche dello Zimbalo esplodono prepotentemente, sia nell’abilità che nel gusto, nelle dodici rappresentazioni della vita del Santo. Proprio per queste pregevolissime sculture lo storico Michele Paone ebbe a dire che sembrano espresse “più da un orafo che da uno scultore”.
In occasione dell’avvio dei lavori di restauro, lo scorso 21 settembre, i tecnici restauratori Ianuaria Guarini e Gaetano Martignano precisarono che i lavori “punteranno a risanare dissesti e parti pericolanti di cornici e modellato, e restituire a questa fondamentale, primitiva opera di scultura barocca, la veste originaria che a partire dai rimaneggiamenti ottocenteschi, è stata offuscata e alterata”.
Un lavoro di notevole importanza che è stato preceduto da una diagnosi avviata sotto l’attenta tutela della Soprintendenza di Lecce Brindisi e Taranto e condotta dall’Istituto del Patrimonio Culturale e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche per accertare anche lo stato di degrado dei materiali al fine di riportare alla luce antichi cromatismi e splendori.
Tutte le attività del restauro possono contare della direzione tecnica di Brizia Minerva e l’alta sorveglianza della Soprintendenza BSAE svolta da Luisa Rosato. Al progetto hanno anche collaborato per conto del CNR Gianni Quarta e per i rilievi Francesco Gabellone.
L’iniziativa, voluta fortemente dal parroco uscente di Santa Croce Mons. Flavio Pascali e fatta propria dal nuovo parroco Mons. Mauro Carlino, che avrà il compito di seguirla fino al suo compimento completo, è realizzata dalla Fondazione Splendor Fidei presieduta da Mons. Antonio Montinaro che ha avuto il sostegno della Monteco Spa.
Una sinergia di donne e uomini che con il loro lavoro, le loro competenze e con grande generosità, regaleranno alla città di Lecce e al mondo intero un gioiello, dal valore inestimabile, intriso di fede, arte e cultura.

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