Le asportano l’utero in seguito al parto cesareo, trentenne chiede il risarcimento

Una gravidanza nella norma e senza problemi, lo dimostravano anche le analisi e gli esami che la donna aveva fatto durante i nove mesi di dolce attesa.

Ma qualcosa, alla fine, sembrerebbe non essere andata nel verso giusto, per A.I., 30 anni, di Trepuzzi, che agi inizi di aprile scorso si era recata presso l’Ospedale ‘S. Caterina Novella’ di Galatina, perché prossima al parto. Un taglio cesareo obbligato, in seguito ad alcune complicanze, che avrebbe causato una forte emorragia, a causa della quale, poi, i medici furono costretti a procedere all’asportazione dell’utero. Questi i fatti, tutti ancora da appurare e verificare, nell’inchiesta aperta in seguito all’operazione subita dalla giovane donna, che subito dopo il parto e la grave emorragia, per la quale necessitò di diverse trasfusioni di sangue, fu trasferita nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce, e che adesso correrebbe il rischio di non poter più avere figli. Un maxi risarcimento, quello chiesto dalla donna alla Asl, per invalidità parziale e totale e danno biologico personalizzato.

Il giudice adesso dovrà stabilire se l’emorragia fu causata da un ematoma formatosi in seguito alle manovre di estrazione del feto, e se ci siano stati errori del personale medico che non avrebbe agito nel modo migliore per evitare danni irreversibili alla trentenne.

Ilaria Bracciale

Redattrice

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(Henri Bergson)

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