Squinzano, briciole di storia. Il colera del 1910: in paese nessun contagio, solo disordini e arresti

di Angelo Cappello 22 Agosto 2021

Verso la fine del primo decennio del ’900 per l’intera regione pugliese, serpeggiò un’epidemia colerica, che seminò il terrore un po' ovunque, anche laddove, per fortuna, si affaccio solamente.

Squinzano fu tra questi fortunati, perché, come si diceva una volta, (o si dice ancora?), “fu più la paura del danno”. Nonostante questo, però, in paese si vissero momenti di particolare panico, che a molti tolsero la freddezza e la lucidità mentale necessarie, quando bisogna affrontare determinate e gravi emergenze. Tanto è vero che, benché si fossero prese preventivamente diverse misure per arginare e debellare tale spaventoso flagello prima ancora che arrivasse, così come in tante altre comunità della  provincia, anche a Squinzano ci furono delle forti proteste, soprattutto in ordine alla  prescrizione di alcune imposizioni profilattiche, ed alla scelta di strutture, poco adeguate dal punto di vista igienico sanitario, per ospitare “lazzaretti” per isolare i malati (in un primo momento  erano stati messi a disposizione i locali adiacenti il Santuario dell’Annunziata; successivamente quelli del Convento dei Frati Minori).

Le rimostranze, però, si trasformarono in una vera e propria sommossa, quando, l’11 novembre del 1910, giunse un ispettore medico ministeriale per le dovute verifiche sanitarie. Allora circa mille persone riempirono piazza Plebiscito e presero a sassate l’auto ministeriale al grido: “no al lazzaretto!” Dovettero intervenire una ventina di reali carabinieri della stazione locale, che armati di moschetto riportarono l’ordine, non prima di aver arrestato uno dei più focosi rivoltosi, che però fu presto rilasciato per mantenere la calma in paese, visto che la folla nuovamente inferocita dei dimostranti si era assiepata davanti alla caserma per richiederne la liberazione.

Per il giorno seguente, prevedendo altri disordini, e benchè fossero giunti già dei rinforzi da Lecce, il Sindaco pro tempore, precauzionalmente, chiese all'autorità militare competente l'intervento di 100 soldati, ma la richiesta non fu mai accordata, perchè per fortuna non successe più nulla di quanto si temeva. Soltanto il giorno appresso si riaccesero ancora un po' gli animi, mentre veniva scaricato un camion carico dei pagliericci, destinati agli eventuali malati del lazzaretto e rimasti poi inutilizzati, dal momento che a breve, a porre veramente fine a tale angosciante vicenda, fu proprio lo stesso colera "in persona", il quale, davanti ad un uscio che nessuno apriva, preferì andare altrove e bussare ad un'altra porta!

 

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