Vincenzo Serratì: “Terenzano avrebbe un grande potere contrattuale e creerebbe opportunità”

di Thomas Invidia 17 Settembre 2019

Oggi intervistiamo Vincenzo Serratì, coordinatore del comitato unico per Terenzano.

Il comitato unico, che mira alla fusione dei Comuni di Squinzano, Trepuzzi e Campi Salentina, è nato nel 2013 e da ormai sei anni è favorevole alla nuova formazione di un ente politico e amministrativo che, secondo Vincenzo Serratì, avrebbe un “grande potere contrattuale”.

- Quando e perché è nato il progetto di fusione dei Comuni di Campi Salentina, Trepuzzi e Squinzano?

“Il comitato unico per Terenzano è nato dall'esigenza di alcuni cittadini di rendersi utili per il proprio territorio, per la propria terra. È composto da cittadini di Squinzano, di Trepuzzi e di Campi Salentina, ci siamo costituiti presentando un progetto di fusione. Nel 2013, quando ci siamo costituiti, la legge regionale concernente l'iter di fusione dei Comuni non esisteva ancora, la prima legge in materia è del 2014. Grazie ad un primo incontro e ad una manifestazione pubblica, e anche grazie al prof. Luigino Sergio, la macchina legislativa regionale si è poi attivata”.


- Il nome per il nuovo ente dovrebbe essere "Terenzano", perché questo nome?

“"Terenzano" è un antico feudo che si trova in zona Sant'Elia, dunque in un'area compresa tra Squinzano, Trepuzzi e Campi Salentina, ed è il nome che abbiamo dato al nostro comitato. Non è assolutamente indispensabile che sia questo il nome da attribuire al nuovo Comune, è possibile scegliere un altro nome ed inserirlo nel Referendum consultivo quando si andrà a sostenere alle urne le ragioni del Sì o le ragioni del No”.


- Quali sono i vantaggi principali che spingono il vostro comitato a perorare la causa della fusione dei tre Comuni?

“I vantaggi derivanti dalla fusione del Comune sono molteplici, innanzitutto è previsto il contributo straordinario di due milioni di euro all'anno per dieci anni. Le somme erogate al Comune unico non hanno vincoli di destinazione. Al Comune unico è erogato, inoltre, il contributo regionale che è di circa ottocentomila euro. Vi è una riduzione dei costi della Politica: da tre Sindaci ad un Sindaco, da diciotto Assessori a 7 Assessori, da 48 Consiglieri a 21 Consiglieri. Avremmo la prelazione su finanziamenti regionali e nazionali, saremmo un Comune con oltre quarantamila abitanti e avremmo un grande peso politico. Avremmo una marina unica. I comuni originari manterrebbero le municipalità, i cittadini non avrebbero alcun disagio. Con il mantenimento dei municipi, inoltre, ci sarebbe la presenza dei Consiglieri municipali che svolgerebbero la loro funzione senza percepire alcuna indennità e farebbero da tramite tra l'ente amministrativo centrale e le municipalità”.

- Cinque aggettivi per descrivere questa fusione.

“Conveniente, utile, aggregante, innovativa, necessaria”
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- A che punto è la realizzazione del "Comune unico"?

“Nonostante siano trascorsi sei anni dalla costituzione del comitato unico per Terenzano e per molti la fusione sia già un dato di fatto, non è così. Adesso abbiamo leggi regionali, che prima non c'erano, abbiamo lo studio di fattibilità, che prima non c'era. L'iter per la fusione rimane, tuttavia, complesso: la legge regionale prevede che i Consigli Comunali deliberino una richiesta di Referendum consultivo alla Regione Puglia o ci sia una raccolta di firme pari al 20% degli aventi diritto e, presentando, le firme, chiedere l'indizione del Referendum consultivo. Se, una volta indetto il Referendum, dovesse vincere il Sì, allora si procederà alla modifica delle circoscrizioni; se, invece, dovesse vincere il No anche in uno solo dei tre Comuni interessati, allora il processo non andrà avanti. È uno strumento democratico, sia il popolo a decidere”.

- Avete mai proposto alla popolazione residente (negli enti comunali interessati) un sondaggio concernente la fusione? Se sì, quali sono stati i risultati?

“Credo che, prima di fare un sondaggio, è bene che la cittadinanza sia adeguatamente informata. Io ho seguito sondaggi sui social, gli esiti sono incerti e i sondaggi non affidabili. Il comitato organizza tanti incontri e a breve sarà presentato lo studio di fattibilità, i cittadini potranno informarsi. Riteniamo che, sotto questo punto di vista, sia stato fatto pochissimo. Il comitato non ha lanciato sondaggi, i sondaggi sui social non sono stati lanciati da noi e riteniamo che sia ancora troppo presto per pensarci”.


- Com'è stato finora il rapporto con le amministrazioni comunali coinvolte nel progetto?

“Il comitato e le amministrazioni locali hanno ottimi rapporti, basato su rispetto e stima reciproca. Abbiamo presentato delle istanze alla Regione Puglia, in parte accolte, abbiamo presentato un'istanza all'Unione dei Comuni del Nord Salento, accolta totalmente, grazie a quella istanza l'Unione ha ottenuto il contributo per finanziare lo studio di fattibilità”.

- Quali sono i vantaggi per le nuove generazioni e perché i giovani dovrebbero volere questa fusione?

“Il comitato è rivolto principalmente ai giovani, ogni membro ha pensato al futuro dei propri figli e come diceva Dalla Chiesa: ‘Alcune cose si fanno per guardare più serenamente negli occhi i figli e i figli dei propri figli’.
Il progetto che vorremmo realizzare sarebbe un vantaggio per tutte le generazioni. Il nuovo Comune non creerà miracolosamente nuovo lavoro, ma potrà gettare le basi per nuove opportunità economiche e lavorative adeguate. Lo stanziamento di nuove somme, grazie al contributo straordinario, da parte del Governo centrale, permette di creare nuove opportunità”
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