Il Lecce cade ai piedi di Baroni, d'Aversa perde la testa e forse anche la panchina

di Mauro Carlino 10 Marzo 2024

Il pranzo poteva attendere, perché al Via del Mare giocava il Lecce, che avrebbe dovuto offrire ai suoi tifosi almeno una gara convincente, nella ricerca di una vittoria scacciacrisi.

Invece i salentini disputano una gara imbarazzante, in un evidente stato confusionario, che riesce a rendere grande un insufficiente Verona.
Questa volta non ci sono nemmeno spezzoni di partita accettabili e la figuraccia fatta in campo è figlia di una confusione tattica e di una imprecisione tecnica indecente. È sconcertante la tenuta fisica dei salentini che nella ripresa hanno fatto persino peggio di un primo tempo in cui erano già sotto di un gol. I giallorossi hanno steccato il match e ora delle riflessioni sono non solo necessarie, ma anche improcrastinabili. La Nord ha chiesto le dimissioni di D'Aversa.

Oggi la squadra non ha avuto rispetto per i suoi tifosi, venuti in massa a sostenere i giallorossi. Il Lecce era atteso da una partita decisiva, soprattutto in considerazione della vittoria del Sassuolo che ritornava in corsa, battendo il Frosinone, e del Cagliari che strapazzava la Salernitana, ormai mestamente ultima in classifica destinata alla retrocessione. La sfida odierna contro il Verona dell'ex Baroni e dell'ex Bari Folorunsho poteva segnare un fondamentale crocevia per la salvezza dei salentini, che invece hanno evidenziato la profondità della crisi. Mister D'Aversa schierava in difesa il recuperato Pongracic insieme a Baschitotto, mentre a centrocampo inseriva Gonzalez al posto di Kaba e Oudin al posto di Rafia, confermando il tridente offensivo composto da Banda, Krstovic (seguito dai familiari).
Baroni si presentava con Noslin, punta centrale, accompagnato dal trequartista Folorunsho, e dai due esterni offensivi Suslov e Lazovic. Il modulo iniziale era così il 4-2-3-1. L'idea del tecnico toscano era chiara: gli esterni offensivi dovevano ripiegare sui terzini leccesi, mentre, in fase di possesso, le ripartenze erano affidate a quei terribili quattro. Baroni poteva contare anche sulla grande mobilità di Suslov e Folorunsho. Soprattutto il primo aveva il compito di impedire a Gallo le sgroppate offensive, tenendolo impegnato in fase di copertura. Tatticamente ben studiate le mosse di Baroni (applaudito a inizio match, dal pubblico leccese), il quale voleva una squadra aggressiva e pronta nel feroce recupero del pallone.
Di contro, D'Aversa si affidava ai polmoni di Gonzalez, alla regia di Ramadani e alle capacità tecniche di Oudin, pronto a supportare il tridente giallorosso. Pertanto, il 4-3-3 del tecnico abbruzzese spesso si tramutava in un gioco a specchio, utile a bloccare le avanzate scaligere.
Nel piano di gara, bisognava considerare anche il forte vento di scirocco che soffiava sul Via del Mare. Purtroppo però il mister abruzzese le ha sbagliate tutte. Il Lecce poi ha il torto di approcciare malissimo la partita, consentendo agli scaligeri di far tutto. Il primo tempo è subito indigesto. I salentini partono male e subiscono la pressione ospite, che produce il meritato e fortunoso vantaggio su tiro di Folorunsho deviato da Baschirotto. Gonzalez è l'ombra di se stesso, Almqvist non vede un pallone, Krstovic è isolato e, in difesa, Ramadani si dimentica di Folorunsho e Baschitotto e Pongracic sono troppo schiacciati sul portiere. Il Lecce ha un sussulto di 15 minuti tra il 20 e il 35 ma è troppo poco per scardinare il Verona, pure inguardabile in difesa. I fischi del Via del Mare certificano la crisi salentina, alla fine della prima frazione. Nel secondo tempo, il Lecce è più aggressivo, volto al pari, ma ciò dura solo 10 minuti. Al 60' D'Aversa cambia modulo e mette le due punte. Il Lecce non le assimila e il Verona ne approfitta per alleggerire la pressione. I salentini sono lenti e confusi. Le chance latitano e anche la grinta e la voglia si affievoliscono. Così il Lecce non produce nulla e la sconfitta è meritato. Veniamo ora alla cronaca del match.
Nel primo tempo, parte forte il Verona che già va al tiro con Folorunsho dopo un minuto, rispettando i dettami del piano di gara. Il Lecce parte contratto e il primo a farsi rispettare è Baschitotto, molto aggressivo su ogni attaccante avversario. I salentini sentono la gara e non conservano le giuste distanze, soffrendo Folorunsho. Al 4' è Baschitotto a dover fare gli straordinari sull'ex Bari. Col passare dei minuti, i giallorossi si chiudono meglio, ma difettano nel fraseggio. Il Verona si lascia preferire e sul corner Folorunsho colpisce di testa al 13'. La clamorosa occasione al 14' capito però a Banda che, su un lungo rilancio, sfrutta l'errore avversario, ma viene bloccato da Montipò. Il Lecce si scalda e, subito dopo, è ancora Banda a tirare verso la porta. Al 16' proprio Folorunsho porta in vantaggio il Verona, con un tiro dal limite che, deviato, si insacca alle spalle di Falcone. Il Lecce si scuote dal torpore al 19', ma il corner conquistato non produce effetto. Gonzalez si addormenta al 20' e concede un altro tiro agli ospiti. Al 22' Banda calcia dal limite e il suo tiro è respinto, ma non in modo irregolare e così il rigore iniziale viene trasformato in calcio d'angolo. Almqvist è imbarazzante, mentre Krstovic è isolato. Alla fine, Banda è l'unica freccia offensiva. Al 28' Montipò compie un miracolo sul tiro di Oudin da fuori area. Ora i ragazzi spingono e collezionano tre angoli consecutivi. Al 31' i giallorossi sono sfortunati perché il tiro di Almqvist dal limite colpisce la traversa. La partita si innervosisce e viene spezzettata da un arbitro incapace di tenere la gara, ma al 44' Krstovic di testa impegna severamente Montipò nella seconda grande parata di giornata.
Nella ripresa il Lecce parte forte e aggressivo. Il Verona è messo alle corde ma si difende con tutti gli effettivi. Gli scaligeri sanno anche tuffarsi e perdere tempo con esperienza, spezzettando la pressione giallorossi, peraltro sterile. Gallo mette molte palle in area, ma nessuno ha l'incornata vincente. Al 12' Gendrey lancia Almqvist, che crossa per Krstovic, il quale ha l'occasione per il pari ma indugia. Subito dopo, ecco i cambi del Verona e, poi, del Lecce. I giallorossi fanno entrare Piccoli per Almqvist e si vedono le due punte insieme nel 4-2-4.
Al 16' colpisce ancora Krstovic di testa, ma debolmente e fuori. Poi il Verona ha 5 minuti in cui lascia la sua metaccampo, alleggerendo il disordinato forcing salentino. Sansone e Dorgu entrano al 24' al posto di Banda e Gallo, ancora una volta migliore in campo. Al 28' Krstovic non approfitta della papera di Montipò in uscita e sbaglia il pallonetto, ma la chance è più demerito del Verona che altro. Al 32' Sansone è atterrato in area, ma Chiffi fischia una punizione contro il leccese. Al 35' D'aversa si gioca le carte Pierotti e Blin per Oudin e Ramadani. Il Lecce è spento e confuso e fino alla fine ci sono solo palloni confusionari gettati in area di rigore. Il match si conclude con la vittoria della squadra più ordinata e precisa. Ora, il Lecce è atteso dalla sfida contro la Salernitana, dove sarà necessario fare bottino pieno per sperare nella salvezza.

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