Il Lecce resiste all'Inter finché può poi la capolista cala il poker, finisce 0 - 4

di Carlo Piccolo 25 Febbraio 2024

I numeri sono impietosi: nelle ultime tre gare 10 gol subiti e 0 realizzati. ll rotondo trionfo nerazzurro (4-0) è forse ingiusto, eppure le grandi squadre possono cambiar tutto,

ed ottenere il massimo col minimo sforzo, sebbene nella ripresa i milanesi hanno dilagato e legittimato l'ampio successo.
In effetti, l'Inter, in vantaggio alla prima occasione, ha gestito per larghi tratti del primo tempo l'1-0, pur concedendo a un generoso Lecce qualche chance. Di contro, i salentini hanno giocato una gara garibaldina, forse fin troppo spregiudicata, ma comunque intensa e mai arrendevole. Sono durati però solo un tempo. Certo che se l'arbitro Doveri non fosse così bravo da indirizzare la gara senza farsene accorgere più di tanto, il Lecce avrebbe anche da recriminare per certe decisioni prese a senso unico e certi cartellini sventolati per il solo gusto di intimorire i nostri ragazzi. Nella ripresa, però lo stesso arbitro non è sceso in campo, per infortunio, lasciando il posto a Baroni.
Tutto il primo tempo del Lecce è stato gagliardo, ma gli errori compiuti nel gol nerazzurro hanno pesato come macigni. Nella ripresa, dopo il gol mangiato da Blin che poteva cambiare il match, il raddoppio di Frattesi ha sistemato le cose all'Inter, spianandole la strada della vittoria. Il terzo gol di Lautaro al 10' in contropiede ha sciolto il Lecce, incapace di ogni reazione e maledettamente in debito di ossigeno e di idee. Il quarto gol subito da palla inattiva è l'emblema dell'incapacità di correggere gli errori. I salentini hanno sbagliato il piano della gara, credendo di potersela giocare alla pari con l'Inter. Un Lecce più attento, accorto e stretto avrebbe complicato maggiormente le cose ai milanesi e l'eccessivo sforzo agonistico del primo tempo è stato pagato nella ripresa. Di fronte c'era l'Inter, ma ora i bonus sono finiti e i giallorossi devono tornare a far punti urgentemente. Veniamo ora al match.
Il Lecce affrontava la prima della classe, consapevole dei risultati delle concorrenti in zona salvezza. Nei bassifondi della classifica, pesavano le sconfitte del Verona, del Sassuolo e dell'Udinese, mentre l'Empoli tornava con 3 preziosissimi punti conquistati in terra emiliana. Ormai spacciata la Salernitana, sconfitta in casa per mano del Monza, combatteva il Cagliari che, al fotofinish, otteneva un punto contro il Napoli. Invece, nei minuti di recupero, perdeva il Frosinone contro una brutta Juventus. Con questi risultati, il Lecce aveva ancora un cuscinetto di margine da amministrare, ma aveva il compito di mostrarsi rivitalizzato dopo le brutte sconfitte contro Bologna e Torino. Per la circostanza, sotto un cielo plumbeo e carico di acqua, nel catino del Via del Mare, il Lecce si presentava con un undici iniziale innovativo, più coperto e, almeno nelle intenzioni, più rapido nelle scalate difensive.
D'Aversa proponeva Touba accanto a Baschitotto in difesa, mentre a centrocampo, oltre a Ramadani, giocavano Blin, più a copertura, e Rafia, pronto in fase di impostazione. In avanti, invece Sansone e Almqvist erano gli esterni, mentre la punta centrale era il giovane Piccoli. Anche l'Inter era schierata da Inzaghi nel pieno rispetto del turnover. La squadra nerazzurra, in gran fiducia, poteva permettersi di rinunciare a Chalanoglu, Pavard, Bastoni e Barella, mentre doveva rinunciare agli infortunati Thouram, Acerbi e il portiere Sommer. Comunque, Inzaghi schierava un centrocampo di tutto rispetto con Mkhitaryan, Asllani e Frattesi, affiancati da Di Marco e Bisseck. In avanti spazio a Alexis Sanchez e il capitano Lautaro Martinez. Il piano di gara si delinea fin dalle prime battute, con un Lecce tutt'altro che guardingo e attendista, ma aggressivo e pronto nelle rapide ripartenze. I salentini cercano di mantenersi compatti, non permettendo il giro palla agli ospiti e chiudendo tutti gli spazi. Questo atteggiamento, però, favoriva le ripartenze dei nerazzurri.
Dopo una prima fase di studio, subito, Doveri sventola il cartellino giallo su Ramadani.
Il primo tiro verso la porta lo effettua il Lecce con Almqvist su cross di Sansone da calcio piazzato, al 6'. Poi però è l'Inter ad essere pericolosa su corner. Intanto il Lecce gioca col doppio play, restringendo il gioco di azione di Ramadani sul centro sinistra e quella di Blin sul centrodestra. Alla prima azione offensiva, passa l'Inter con Lautaro Martinez, che, in contropiede, infila Falcone al 15' sul filo del fuorigioco, ma in posizione regolare. Il Lecce reagisce al 20' in ripartenza, ma Almqvist sbaglia l'ultimo passaggio per Sansone che batte a rete, ma dopo aver perso un tempo di gioco. Un minuto più tardi è Mkhitarian a sfiorare il raddoppio. Pericolosissimo il Lecce al 24' quando Piccoli non si avvede della libertà goduta da Sansone nel cuore dell'area di rigore. La partita si innervosisce alla mezz'ora, quando Doveri diviene protagonista e non vede spinte e falli contro i giallorossi. Proprio al 30' Rafia ha una palla gol ma calcia debolmente. Un minuto più tardi, è Gallo a provarci da posizione defilata. Al 35' sempre i giallorossi sono insidioso, ma il cross di Rafia non è capitalizzato da Piccoli. In questa fase, i salentini sono aggressivi e producono ogni sforzo, ma difettano nelle conclusioni. Sul finire della prima frazione, l'Inter si riaffaccia in avanti, ma i giallorossi sono attenti concedendo solo due corner.
Il Lecce non sfigura e il punteggio sfavorevole è troppo penalizzante.
Nella ripresa al 1' Blin si divora il gol del pari, colpendo tutto solo di testa e mandando alto. Un minuto più tardi è bravo Falcone a respingere su Di Marco.
Al 5' Touba evita una insidiosissima ripartenza concedendo il corner. Al 8' l'Inter raddoppia con Frattesi, e Inzaghi inserisce Barella.
Al 10' Lautaro firma il tris e chiude la gara. D'Aversa finalmente decide i cambi inserendo Kaba, Banda e Gonzalez, ma la musica non cambia, nonostante Banda abbia un'occasione al 20'. Al 22', su palla inattiva, arriva il quarto gol di De Vrij.
Al 25' Piccoli tira da ottima posizione, ma centralmente. Poi i nerazzurri hanno diverse occasioni ma la partita è finita da tempo.
Poi la Nord inizia a incitare a squarciagola e il 4-0 non ferma l'entusiasmo travolgente e meraviglioso degli ultras, mai visto in nessun campo di calcio con questo punteggio. I ragazzi caricano infatti i salentini, invocando solo vittorie. Infatti, ora ci saranno tre gare decisive con Frosinone, Verona e Salernitana. E bisogna vincere.

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