Tenente di Vascello indagata per aver ballato 'Jerusalema' con le reclute della Scuola Sottufficiali di Taranto

a cura della 21 Marzo 2021

Riceviamo e integralmente pubblichiamo un comunicato stampa del dott. Salvatore Sisinni, di Squinzano, che si esprime in merito alla vicenda finita in Procura e che riguarda una Tenente di Vascello della Marina Militare

che, lo scorso 6 agosto, nella Scuola Sottufficiali di Taranto, dopo il giuramento di alcuni volontari, avrebbe messo in scena un balletto sulle note di "Jerusalema", per poi essere indagata per concorso in disobbedienza continuata pluriaggravata. Interverrà la Procura militare di Napoli.

"Devo confessarlo: mi sono messo a ridere – io che, per carattere, non sono abituato a farlo facilmente – quando ho letto sui giornali la notizia del processo penale in corso presso il Tribunale militare di Napoli nei confronti di una giovane – sicuramente bella – Tenente di vascello, colpevole del reato di “disobbedienza”, vale a dire per essersi esibita in un balletto, fuori programma, alla fine della cerimonia del Giuramento prestato – come di rito – dai giovani allievi, ovviamente coinvolgendoli, senza aver chiesto preventivamente l’autorizzazione ai suoi Superiori. Ora, mi chiedo, tanta severità trova giustificazione? Non sarebbe bastata la classica “ramanzina”, vale a dire un richiamo verbale o scritto, aggravato magari da una punizione, quella in uso nell’ambiente militare, consistente nel vietare la “libera uscita” per qualche giorno o per una settimana? È vero, un balletto non sulle note musicali di Michele Navaro dell’Inno di Mameli “Fratelli d’Italia” ma della canzone tormentone - come si usa dire - estivo, cioè di moda “Jerusalema”, non si adatta proprio o poco si adatta alla serietà di una cerimonia importante, qual è il Giuramento; ma, a volte, un po’ di tolleranza non guasterebbe. E non credo proprio che la giovane Tenente l’abbia fatto con l’intenzione di offendere o ridicolizzare l’Istituzione della Marina. Avviare un procedimento penale per una semplice “bravata” non mi sembra sia stato opportuno. Sarebbe bastato invitare la persona, autrice della trasgressione, a chiedere ufficialmente scusa ai suoi Superiori. Senza dire che tanta severità stride con l’indulgenza che i Giudici dei Tribunali civili dimostrano nei confronti di persone che si siano macchiate di colpe ben più gravi (furti, rapine, stupri e, a volte, fatti di sangue). Vengono, infatti, molto spesso elargiti ai detenuti permessi (premi, semilibertà, riduzione della pena, ecc.). Aggiungo che, a pensarci bene, il balletto incriminato si è verificato durante l’estate scorsa, nel mese di agosto, dopo mesi di loockdown, di pesanti restrizioni, molto gravose e compromettenti l’umore della gente, in modo particolare dei giovani. Pertanto, quella trasgressione poteva essere considerata una nota di “colore” dopo tanto grigiore, causato dalla pandemia del Covid. Concludo dicendo che mai, come in questo caso, leggendo le pagine della cronaca giudiziaria dei vari giornali, ho auspicato che l’imputato/a di turno venga assolto/a con formula piena, cioè perché “il fatto non costituisce reato”. Se si dovessero mandare a processo tutte le persone che disubbidiscono - e ce ne sono tante nella pubblica amministrazione, nelle aule parlamentari, nella scuola, nelle famiglie - non basterebbero i Giudici e le aule dei Tribunali sarebbero intasate fino all’inverosimile. Salvatore Sisinni".

Redazione

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