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Senza senso alcuni divieti nella lotta contro il virus: lettera al giornale

a cura della 30 Aprile 2021

Lettera al giornale del dottore Salvatore Sisinni, che commenta alcuni divieti imposti per fronteggiare il Covid-19, definendoli "senza senso".

"Se è vero che l’Italia è tornata, quasi tutta, in fascia gialla, mentre sono passate poche regioni in fascia arancione e una sola rimane (la Sardegna) in fascia rossa è anche vero che alcuni provvedimenti restrittivi continuano ad essere privi di logica. Ovviamente, qualche vignettista ne approfitta. Ad esempio, Pillinini che su “La Gazzetta del Mezzogiorno” ad uno dei protagonisti disegnati fa dire: “A mezzanotte va la ronda del piacere” e all’altro, un bambino, di rimando: “Nonno, guarda che alle 22 c’è il coprifuoco”. E un altro vignettista, Altan, su “L’Espresso” del 25 aprile scorso, mette in bocca al solito “panciuto” vecchietto, dalle labbra rosse: “Si teme un conflitto fra chi non ne può più e chi ne può ancora per un po’”. A proposito di coprifuoco, che senso ha dare la possibilità ai ristoratori di aprire l’attività per la cena solo all’esterno del locale, quando, poi, bisogna rientrare in casa alle ore 22?
Nel mese di maggio, giugno e luglio la sera, alle ore 20.30, c’è ancora luce e a giugno anche il sole, per cui una famiglia può mai sedersi al tavolino di un ristorante per cenare, temendo di non fare in tempo a rientrare in casa prima delle 22? Rinuncia alla cena!
O lo stesso proprietario del ristorante può sollecitare due clienti a consumare i due piatti (primo e secondo), la frutta e il dolce entro le 22, altrimenti rischia, oltre la multa pesante, anche la chiusura dell’attività, e non per qualche giorno? Se lo facesse, non perderebbe quei due clienti? Per cui decide di non servire la cena, accontentandosi di prepararla soltanto per l’asporto. Altro provvedimento restrittivo, privo di senso, che viene prorogato è il divieto di bere la tazzina di caffè al banco. Ma se ci si ferma all’interno del bar una diecina di secondi - tanto ci si impiega per mandare giù un espressino - il rischio di contagiare o di essere
contagiato aumenta? E, ancora, se alle ore 11 del mattino una persona ha bisogno di mettere nello stomaco un rustico o un pasticciotto lo deve acquistare, uscire di corsa e mangiarlo camminando per la strada o, se anziano, appoggiato ad un palo della luce? È possibile una cosa del genere o, meglio, ha senso? Ricordo che, quando ero bambino, a pomeriggio, finiti i compiti, non vedevo l’ora di uscire per giocare sui marciapiedi della strada - non c’era ancora la Tv né la play-station né il telefonino e, ovviamente, chiedevo il classico panino col pomodoro.
Mia madre, donna senza cultura ma dotata di buon senso, mi diceva prontamente: “Te lo preparo a patto che lo mangi dentro casa. Mangiare fuori, lungo la strada, è segno di maleducazione”. Ora non vale più quel suo richiamo? Eppure non sapeva che, alcuni secoli prima, c’era stato un religioso, un Monsignore, che aveva scritto un libro dal titolo “Il Galateo”. Saggezza delle persone senza cultura!".

Redazione

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