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La scuola ai tempi della pandemia. L'intervista alla dirigente Loredana De Simone

di Tommaso Calabrese 21 Giugno 2021

L’anno scolastico che si è appena concluso, è stato quasi completamente condizionato dalla pandemia da Covid-19.

Partito nel settembre scorso con buoni auspici, rispetto a come si era concluso il precedente, ben presto ha dovuto fare i conti con l’avanzare dei contagi che già nel mese di novembre ha visto l’intervento della Regione che ha disposto la chiusura di molte attività, tra cui le scuole di ogni ordine e grado. A dicembre, è poi iniziato il tira e molla tra ordinanze regionali da una parte, che disponevano la chiusura più o meno totale della scuola, e associazioni di genitori sempre più agguerriti che le hanno provate tutte per tenerle invece aperte. Lo scontro tra due diritti costituzionalmente garantiti, alla salute e alla istruzione, è così ben presto finito nelle aule giudiziarie. Così sono stati diversi gli interventi dei tribunali amministrativi che, annullando parzialmente le ordinanze regionali, hanno lasciato uno spiraglio per coloro che decidevano di proseguire l’attività didattica in presenza. Così, tra bambini in presenza (in alcuni casi poche unità), altri con la didattica a distanza, altri ancora che rientravano in aula a singhiozzi, anche i docenti hanno avuto il loro ben da fare per dividersi tra l’insegnamento in aula e quello somministrato tramite il monitor di un computer. Inevitabile dunque la “didattica spezzatino” che ha creato non pochi disagi per tutto il mondo della scuola e delle famiglie coinvolte. In questo scenario, sui social hanno subito imperversato le discussioni tra i catastrofisti, che vedevano la scuola come un luogo di contagio, e chi invece, puntando sulla importanza della formazione, ha affrontato il rischio consapevole che comunque la scuola poteva essere un luogo di contagio al pari di tanti altri che noi tutti in quel periodo, chi più e chi meno, abbiamo frequentato. Ma il compito più arduo, lo hanno sicuramente avuto le istituzioni scolastiche: è ricaduta su di loro infatti, la responsabilità di garantire la sicurezza negli ambienti scolastici ed evitare contagi o focolai del virus sia per i docenti che per i ragazzi, con le inevitabili quarantene, sanificazioni e conseguenze sanitarie che potevano derivarne.
Di tutto ciò, ne abbiamo parlato con la Dirigente Scolastica dell'Istituto Comprensivo di Squinzano, Professoressa Loredana De Simone, che ringrazio per la disponibilità, la quale, anche con la collaborazione di tutti i docenti e del personale scolastico, è stata, non solo su questi aspetti, sicuramente in prima linea per un anno intero.


1) Professoressa, didattica integrata a distanza e presenza in aula, quali i benefici e quali le difficoltà per alunni e docenti?

"La DDI e la DaD sono state la grande sfida che il Covid ha posto alla società e che i docenti hanno affrontato con un nuovo modo di “fare scuola” tra tanti problemi, gestiti con energia e professionalità, che si sono rivelati poi l’inaspettata opportunità per una crescita professionale e sociale. In tal senso, la DaD e la DDI hanno consentito alla scuola di poter continuare a svolgere la sua funzione formativa e sociale, sostenendo non solo da un punto di vista dell’apprendimento, ma anche socio-affettivo- relazionale bambini e ragazzi".
2) Fuori dalla pandemia, la DDI è una strada ancora percorribile?
"La pandemia ci ha “brutalmente” messi in gioco, costringendoci a riflettere su un necessario cambiamento metodologico-didattico dei processi di insegnamento se si vogliono raggiungere risultati di apprendimento di qualità. E nella nostra scuola è accaduto proprio questo! I docenti hanno lavorato incessantemente, rimodulando la didattica in vista delle competenze, innovando la progettualità e i sistemi valutativi, impegnandosi profondamente anche nel campo della loro formazione professionale".
3) Quale è stata l’importanza della famiglia nel sostenere i ragazzi impegnati con questo “nuovo” modo di fare la scuola?
"La famiglia ha svolto un ruolo fondamentale e sinergico nel processo di apprendimento e di insegnamento e ciò ha rafforzato il patto educativo sancito tra famiglia e scuola. Quest’ultima ha sostenuto numerose famiglie fornendo loro strumenti informatici e/o connessioni gratuite, al fine di garantire il diritto allo studio, sancito costituzionalmente".
4) Nell'Istituto Comprensivo da lei gestito quanti sono stati i casi accertati di contagio tra alunni e docenti? A tale proposito, ritiene che le precauzioni prese nella presenza in aula e contro ogni generale allarmismo, abbiano trasformato la scuola in un luogo sicuro per i nostri ragazzi?
"I contagi a livello di Istituto sono stati circoscritti e tenuti sotto controllo, a parte un caso di focolaio sviluppatosi in un plesso della scuola dell’infanzia, pertanto, in un bilancio di fine anno possiamo ritenerci soddisfatti per ciò che concerne gli aspetti organizzativi nel rispetto del Protocollo sicurezza antiCovid, nonchè dei sistemi di prevenzione e di sanificazione messi a disposizione in tutti i plessi. Possiamo affermare con certezza che la scuola è stato ed è un luogo sicuro".

5) Covid permettendo, quali sono i programmi per rilanciare la scuola in presenza nel prossimo anno scolastico?
"La nostra scuola ha espresso pienamente il desiderio di rilanciare la sua funzione sul territorio aderendo al Piano estate. Difatti bel 16 moduli formativi coinvolgeranno circa 200 alunni a partire dal 14 giugno in tre fasi di percorsi che li vedrà coinvolti in attività laboratoriali disciplinari e trasversali finalizzate al recupero della dimensione sociale, nonché al potenziamento/sviluppo di competenze disciplinari e trasversali. I docenti utilizzeranno spazi didattici alternativi alla tradizionale aula e metodologie attive e costruttive che favoriranno il learning by doing. Ma non finirà qui……il nostro progetto futuro è quello di dare un volto nuovo alla nostra scuola a partire dal nuovo anno, una scuola aperta all’innovazione, non solo metodologico-didattica, ma anche organizzativa, strutturata su momenti di apprendimento antimeridiani e pomeridiani che offrano ai nostri alunni opportunità differenti e variegate di crescita, di confronto e di sviluppo emotivo- sociale- cognitivo. È una grande sfida e io sono fiduciosa nella realizzazione, la vedo già, e questo sarà possibile perché la nostra scuola è una grande produttiva squadra che si nutre di relazioni e competenze sinergiche che perseguono finalità e obiettivi comuni, previsti nel PTOF. La mia fiducia è rafforzata dalla presenza dei numerosi genitori che ogni giorno ci sostengono e collaborano con noi e che dimostrano nei nostri confronti fiducia e stima costanti".

La sinergia scuola/famiglia, è dunque stata l’arma vincente che ha consentito di concludere senza grossi problemi questo anno scolastico, seppur nelle mille difficoltà scaturite dal propagare della pandemia che ha visto, in poco più di un anno, cambiare molte cose della nostra vita quotidiana: dalla scuola appunto, al lavoro, al tempo libero, alle relazioni sociali. E la scuola del futuro, come emerge dalle parole della Dirigente, sarà dunque una scuola dinamica, in continua trasformazione, al passo con i tempi che cambiano velocemente. Una scuola che vuole riprendersi il ruolo di centralità nella vita delle famiglie, dove i veri protagonisti saranno i nostri bambini e ragazzi, gli uomini e le donne di domani, nei quali dobbiamo riporre la nostra fiducia, investire, stimolarli alla conoscenza e all’apprendimento, facilitando quelle relazioni sociali che, nel periodo pandemico, li ha isolati e fatto perdere un po’ della loro vivacità e spensieratezza.