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“Doppio Gioco”: assoluzione per uno squinzanese titolare di un circolo ricreativo

a cura della 01 Luglio 2022

Arriva la prima assoluzione nel procedimento penale nato dall’indagine denominata “Doppio Gioco”, che ipotizzava l’esistenza di un’associazione criminale volta alla commissione di vari illeciti

nel settore del gaming tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto capeggiata dall’Avvocato Giovanni Francesco Rizzo, 59 anni, di Nardò, e da due suoi fratelli.
Dopo il patteggiamento a un anno e sei mesi di reclusione per Giovanni Saquella, 55enne di Squinzano, Cosimo Negro, 68 anni, e Roberta Zuccalà, 45, proprietari e gestori della “Caffetteria Mimy” di Galatone nonché Marco Negro, 45enne, e la condanna in rito abbreviato a un anno e 8 mesi di reclusione per Andrea Caputo, 41enne di Sannicola, ieri,  giovedì 29 giugno, è arrivata l’assoluzione per Margherito Luca, squinzanese titolare di un circolo ricreativo che, secondo il castello accusatorio, sarebbe stato affiliato alla presunta rete criminale capeggiata dai fratelli Rizzo.
Accolta dal GUP Dott.ssa Simona Panzera la tesi del difensore di Margherito, l’Avv. Mario Pede del Foro di Lecce, che sosteneva l’insussistenza del reato di truffa informatica perché, nel caso di specie, depenalizzato da una serie di interventi normativi che inseriscono una disciplina speciale (che deroga la generale) per quanto concerne l’eventuale manomissione dei dispositivi quali slot-machine e totem e l’infondatezza del legame dell’imputato con gli altri presunti membri del sodalizio e l’estraneità del Margherito rispetto alle condotte delittuose contestate.
L’imputato è stato assolto “per non aver commesso il fatto” e la motivazione è riservata in 90 giorni.
I tre fratelli Rizzo – Giovanni Francesco, Pantaleo Salvatore e Maria Teresa – sono invece sotto processo con rito ordinario, insieme a Valentina Polo, 36enne di Nardò, dipendente dei Rizzo.

Redazione

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