Bruciato forse perché abbaiava troppo, Giako muore dopo dieci giorni di agonia

Non c’è limite all’orrore e alle atrocità di cui può essere capace un essere umano, lo dimostra chiaramente il bruttissimo caso di cronaca avvenuto a San Pietro Vernotico circa dieci giorni fa.

La tragedia riguarda Giako, Siberian Husky di 7 anni, accudito da un’anziana signora semi invalida, madre del proprietario dell’animale a quattro zampe che, nella notte tra il primo e il due novembre, mentre si trovava sulla veranda dell’abitazione della donna, è stato legato da ignoti e poi bruciato con uno straccio imbevuto di materiale infiammabile, forse, perché abbaiava troppo. Le condizioni dell’animale si rivelarono fin da subito molto gravi, nonostante il tempestivo intervento dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco intervenuti sul posto, dopo l’allarme dato da un vicino di casa. Dieci giorni di agonia per Giako, dieci giorni di dolori, cure e terapie, che, però, alla fine si sono rivelate inutili. Sì, perché il povero animale, ricoverato in una clinica veterinaria di Bari, è poi morto due giorni fa, per ipotermia. In seguito ad un intervento di pulizia degli organi interni, infatti, l’animale non sarebbe riuscito a smaltire l’anestesia, che gli avrebbe provocato un abbassamento notevole della temperatura corporea, portandolo alla morte. Si è spenta così la speranza dei proprietari del cane, che in questi giorni avevano immaginato un finale diverso, dopo aver visto Giako riprendersi a poco a poco, così come la speranza di amici e concittadini, sconvolti da un gesto così crudele, inumano e malvagio. Intanto sono in corso le indagini dei Carabinieri, per cercare di risalire all’identità di colui o coloro che hanno compiuto tale scelleratezza.

Ilaria Bracciale

Redattrice

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(Henri Bergson)

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