Stampa questa pagina

Foto di minorenni in chat e istigazione alla violenza: indaga la Procura

a cura della 17 Maggio 2020

C'è un pericoloso fenomeno che da tempo dilaga sul web, arrivando anche a Lecce e smuovendo Procura, Questura e Polizia Postale.

Si tratta del Cybershaming, la pratica di condividere senza consenso, su canali come Telegram, un servizio di messaggistica istantanea, foto di ragazzine minorenni rubandole e reperendole da gruppi Whatsapp o dal proprio Instagram, con tanto di commenti e frasi minatorie, insulti, inneggiamenti allo stupro, alla violenza fisica e psicologica, commenti a sfondo sessuale o altri del tipo: "ti penetro a coltellate". Un danno per la propria autostima, la propria intimità e dignità, lì dove le vittime del fenomeno si sentono ridotte ad un oggetto, con sguardi e parole giudicanti e mortificanti da parte dell'esterno, che inducono anche ad avere vergogna di sè, a sentirsi inadeguate e mai abbastanza, ad avere disturbi dell'immagine corporea, alimentari e sintomi depressivi.
Un fenomeno anche difficile da contrastare, data la velocità con cui i canali utilizzati vengono aperti e chiusi, strategia dei pedofili per evitare controlli e contrastare il rischio di essere intercettati. A tal proposito, siamo stati contattati dal 18enne Federico Vergallo, di Lecce, nominato Informatore della Questura, impegnato in prima linea nel contrasto a questa grave insidia proveniente dal web. "Questa pratica- ci spiega Federico attenendosi al verbale- sta coinvolgendo tante ragazze salentine anche se sono molto poche quelle che hanno finora denunciato; grazie a loro, però, è stato possibile avviare le indagini e, al momento, siamo a conoscenza di un solo responsabile di questi gesti, un 17enne di Copertino, il quale avrebbe dichiarato di aver soltanto inviato delle foto ad un amministratore di questi gruppi, che prende il nome di 'Ciukino'".
"Sono venuto a conoscenza di tale fenomeno- continua il ragazzo- perché due mie amiche ne sono state vittime, e da lì ho deciso e promesso che sarei andato a fondo alla vicenda, raccogliendo dati di ragazze provenienti da tutta Italia, e portando tutto il materiale raccolto in Questura. Ho parlato con ognuna di loro, alcune si sono dimostrate coraggiose e disponibili a raccontare, per altre ragazze, invece, è stato addirittura necessario richiedere l'intervento del Centro Antiviolenza 'Renata Fonte', perché tendenti al suicidio o allo sciopero della fame".
"Nella notte tra il 14 e il 15 aprile, la volontà di voler conoscere la realtà sulla vicenda e di scoprire gli autori che si celavano dietro queste perversioni, ci ha portato a scoprire uno di questi. Una sua compagna di classe ha contattato una vittima e ha consegnato degli screen (che ora sono al vaglio degli inquirenti) in cui lui ammetteva la propria colpa e in allegato a questi vi erano delle minacce esplicite alle ragazze, del tipo : "butterò l'acido sulle ragazze", "se una ragazza è pari ad un uomo può essere picchiata".
"Nella drastica situazione è intervenuta subito la Postale per ricostruire nei dettagli l'intera storia. Dopodiché io e due altri ragazzi siamo stati nominati dalla stessa postale "coordinamento di indagini" per raccogliere tutte le informazioni necessarie da fornire alle Forze dell'Ordine e per collaborare con loro.
Non è facile risalire ai nomi di tali individui, ma grazie all'aiuto di Anonymous che ha chiuso il primo canale, abbiamo avviato una stretta collaborazione tra forze dell'ordine e i ragazzi di Anonymous. L'unico ragazzo individuato al momento e tutti coloro che verranno scoperti successivamente hanno a proprio carico 4 colpe: diffamazione, incitamento alla violenza, minacce e violazione di privacy.
L'intervento della Questura del Lazio è dovuto al fatto, che il Bot ciukino avrebbe origine romane e il nome uscito nei scorsi giorni di MAURO CIUKO, sembrerebbe essere non vero, tanto che la moglie ha esposto una denuncia in quanto vittima di diffamazione, ma anche su questa questione farà chiarezza la questura.
Il primo maggio, inoltre, è stato pubblicato un video di sensibilizzazione che coinvolge alcuni artisti salentini che hanno aderito a questo progetto. La nostra lotta è guidata da me, da Eleonora Montinaro (vittima) e Francesco Sanghez"- conclude Federico Vergallo, che spera di fare chiarezza quanto prima sulla situazione.

Redazione

"Ogni giorno con voi pronti a riconoscere la verità ovunque essa sia