“Vito Fazzi”: 591 interventi in più in sala operatoria nel primo semestre del 2017

Cresce in modo marcato l’attività delle sale operatorie dell’Ospedale “Vito Fazzi”. Il report del primo semestre 2017, infatti, fa segnare un +15,2% rispetto allo stesso periodo del 2016.

4463 interventi totali (ordinari e in urgenza, feriale e festiva) contro 3872. 591 operazioni in più che segnalano l’impegno profuso dai medici e dalle équipe chirurgiche che operano nei due blocchi operatori, cinque sale ciascuno situate al piano rialzato e al primo piano dell’Ospedale, e certificano la validità della nuova organizzazione del lavoro che ha razionalizzato l’utilizzo delle sale e velocizzato i tempi, ma senza abbassare i livelli di sicurezza per i pazienti, sia per quanto riguarda il rischio clinico sia per la possibilità d’infezioni.

La riorganizzazione del lavoro, in particolare, prevede due principi operativi. Il primo è il ricambio del personale di sala operatoria, in modo da permettere una certa maggiore elasticità nella intercambiabilità delle figure professionali; il secondo è l’impiego di équipe di medici anestesisti dedicati alle branche chirurgiche più impegnative e con maggiori volumi di attività, consentendo così di sfruttare la maggiore competenza nella tecnica anestesiologica in termini di sicurezza e operatività. Fattore chiave è poi la presenza capillare di un coordinatore di sale operatorie, il dr. Antonio Micella. Un ruolo importante, svolto in stretta collaborazione con il team di medici anestesisti e chirurghi e con il personale infermieristico diretto dalla caposala Maria Mogavero, che permette d’avere una visione d’insieme di tutta l’attività e riesce perciò ad azzerare i tempi di attesa, studiando minuziosamente gli incastri giusti tra tempi morti e attività operatoria (assenze, pazienti da valutare ecc.) e rendendo possibile un migliore utilizzo delle sale.

Un sistema di lavoro razionale che comincia a dare buoni frutti. Il picco di produttività, del resto, è arrivato nonostante il rallentamento degli interventi chirurgici nel mese di gennaio 2017, quando le forti nevicate hanno causato il blocco dell’attività ordinaria per alcuni giorni, e la sospensione dei ricoveri nel mese di febbraio per l’eccessivo numero di pazienti extralocati. Particolarmente evidente l’aumento dell’attività chirurgica ordinaria, passata dai 3199 interventi del primo semestre 2016 a 3841 dello stesso periodo 2017 (più 20%), mentre è in generale diminuita quella in urgenza (622 operazioni contro 673, -8%). Il mese più intenso è stato marzo con 763 interventi effettuati, quello con performance inferiori gennaio, con 566, proprio a causa dello stop forzato dovuto al maltempo. Tra le varie branche chirurgiche spiccano i grandi “numeri” di Oculistica (874 interventi, +16%), Ortopedia (816, +1,1%) e Chirurgia Generale (593, -1,6%), ma anche quelli in crescita della Ginecologia (341 operazioni contro 276 del semestre precedente, +23%), Chirurgia Plastica (243, +13,5%), Chirurgia Toracica (235, +13,5%), Urologia (334, +3,4%), Otorino (221, +7,2%) e Chirurgia Endoscopica (160, +21,2%). In flessione gli interventi ordinari della Neurochirurgia (156, -20,5%), mentre si conferma l’attività operatoria in urgenza (118 contro 121); registrano un significativo aumento, sia pure su numeri ancora piccoli, gli interventi per il prelievo d’organi, saliti da 5 a 7.

Fuori da queste statistiche, va segnalata la notevole attività della Terapia Antalgica, con 310 prestazioni erogate nel primo semestre 2017: è una novità importante nel panorama dell’offerta sanitaria dell’Ospedale leccese, fulcro della neonata rete aziendale dedicata alla terapia del dolore. Altro dato rilevante è la discesa della Chirurgia Ostetrica, con circa 350 tagli cesarei nel primo semestre 2017 a fronte dei 400 del semestre precedente. Un’inversione di tendenza, favorita dal ricorso al parto indolore con un servizio di parto-analgesia dedicato h24, che riporta l’indice dei tagli cesarei rispetto ai parti totali (in media 1800-1900 l’anno) verso percentuali più accettabili, dal 47-48% al 38-40%, decisamente in calo rispetto alle media pugliese e salentina.

Ilaria Bracciale

Redattrice

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