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Lecce, mercato e campionato: il punto "di vista" di metà luglio

di Oronzo Valletta 10 Luglio 2022

Mi ero ripromesso di valutare il calciomercato del Lecce il 13 e soprattutto il 31 agosto, ma mi concedo un commento domenicale interlocutorio

(naturalmente so e accetto che al solito sarò tacciato, nella migliore delle ipotesi, di buonismo) ...
Purtroppo, ma anche e soprattutto per fortuna, io sono salentino e ho scelto di tifare la squadra della mia Terra, il Lecce, che mi ha sempre regalato livelli calcistici (serie C top, serie B di alto livello, 17 anni di serie A umile ma onesta) ed emozioni più che sufficienti per non sentire il bisogno di un'altra squadra da scudetti, coppe e grandi campioni.
Quando tifi Lecce, vinci la B e vieni promosso in A (dalla quale in media retrocedono 2 neopromosse), c'è grande entusiasmo, ti gonfi di soddisfazione e pure a me piacerebbe sognare e che si facesse un mercato stile Monza, tra milioni e grandi nomi accostati.
Poi mi sveglio e mi accorgo che il mio Lecce è una delle 3 sole squadre del Sud di serie A (magari c'è un motivo, che ne dite?) e che il budget delle neopromosse, 40/50 milioni, è lontanissimo da quello di big e medie, e in fondo consentirebbe appena di pagare lo stipendio di 20 calciatori di media serie A (2 lordi ciascuno, un milione netto). E tu invece ci devi fare tutto (qualche ripiano passività, mercato, stipendi calciatori e staff vari, settore giovanile, ecc ecc).
E allora che fai, perdi entusiasmo, ti autocommiseri? Ma no. Te la godi, con orgoglio, è calcio, serie A, "squarcio" ! Ti affidi a Pantaleo e Stefano, ti scordi i grandi nomi, e, mentre si sparla e si ironizza di qualsiasi cosa facciano, speri che azzecchino quei 10/12 "animali di serie A" che ti consentano di sopravvivere nella giungla.
Dove per "animali di serie A", termine tanto rinfacciato, non si intende affatto medi calciatori di serie A da 1,5 milioni netti ciascuno, come hanno inteso in molti, ma semplicemente giocatori con "fame" , meglio se di grande fisicità, non di grande nome, giovani - italiani o stranieri - o calciatori di buon livello caduti in disgrazia e desiderosi di riscatto.
Naturalmente - e qui sta il difficile, dati i mezzi - devono pure essere di livello serie A, anche se magari da ritrovare o ancora inespresso. Ma prima ancora tutti devono avere la voglia di affrontare questa AvventurA con entusiasmo, dedizione alla causa, voglia di CORRERE, soffrire, dare tutto, aggredire gli avversari in ogni momento della partita, per tutte le partite, per annullare l'inevitabile gap tecnico con quasi tutte le avversarie.
Il tutto, possibilmente, e Baroni è il mister giusto, con realismo e umiltà, anche tattica, che non significa chiudersi nel fortino dell'area di rigore, ma affrontare ogni avversario nel giusto modo, per sfruttare al massimo le proprie risorse.
Al riguardo ricordo che tre anni fa ci piaceva ergerci a professori di bel calcio e ricevere complimenti, oltre a 85 gol nella nostra porta, mentre il Verona operaio, costruito con mezzi simili ai nostri e con tanti scarti del Genoa, si difendeva, correva, segnava tanto - senza attaccanti di ruolo - si salvava già alla fine del girone d'andata, consolidandosi in A (e ora, al quarto anno si consente tante cose in più).
E allora, mentre in tanti sguazzano per Baschirotto, io, pur consapevole che sarà tostissima e basterà sbagliare pure poco per scivolare, mi gusto tutto, che sarà sarà, mi affido e sogno lo stesso, magari di salvarci e arrivare prima del PaperonMonza.